31 agosto 2006
Dal figlio di Gore alla nipote di Bush. Libro-denuncia negli Usa
Somari a Harvard (grazie a papà)
Donazioni per entrare al college
«Così gli atenei scartano regolarmente gli studenti migliori per far posto ai figli dei ricchi»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

Iscrizione in ritardo, voti mediocri. Eppure Lauren, nipote di Bush, venne ammessa a Princeton. «Il suo test era molto inferiore alla media»
NEW YORK Che cosa hanno in comune Lauren Bush, Vanessa Vadim, Jessica Spielberg, Dhani Harrison, Christopher Ovitz eAlbert Gore? Sono tutti «figli di papà» che nonostante lo scarso profitto scolastico sono riusciti ad entrare nelle più esclusive università americane Ivy League, in cambio dei favori (e dei milioni di dollari) elargiti dalle loro famiglie a queste istituzioni.
A svelare il segreto è il libro «The Price of Admission», firmato da Daniel Golden, laurea a Harvard e una delle penne più autorevoli del Wall Street Journal, vincitore di tanti premi giornalistici tra cui il Pulitzer. La sua provocatoria tesi: i college che si vantano di essere i più rigorosi del mondo scartano regolarmente gli studenti migliori (ignorandone gli ottimi voti nei test), per far posto ai loro coetanei somari, rampolli dellaristocrazia di Hollywood, Wall Street e Washington. «La meritocrazia nelle scuole americane è un mito», scrive Golden. In realtà la «rich white people », la gente bianca ricca, è decisa a «perpetrare il sistema di caste, assicurando che il Paese resti nelle mani delle solite famiglie ».
Gli esempi si sprecano. Christopher Ovitz, figlio di Michael, (lagente più potente della Mecca del cinema) nonostante un «curriculum mediocre e la pessima condotta» (alle medie fu sospeso per aver tirato una mazza da baseball ad una compagna) è entrato alla Brown come «studente speciale». Per sdebitarsi il padre ha sponsorizzato seminari con Martin Scorsese e Dustin Hoffman. Tra gli sponsor più generosi cè lex palazzinaro Charlie Kushner, oggi in carcere per evasione fiscale e finanziamento illecito dei partiti: nel 98 regalò due milioni e mezzo di dollari ad Harvard per olearne lingresso al figlio Jared. E nel 2001 fece bis, comprando per tre milioni lentrata alla New York University per la figlia Dara.
Dal nepotismo non sarebbero immuni neppure i Sulzberger, il potente clan dietro il New York Times: dopo liscrizione di Cynthia Fox Sulzberger aDuke, il vecchio Arthur Ochs Sulzberger commissionò al giornale una benevola storia di copertina sulluniversità. E nemmeno i Bush: Lauren, modella part-time dalle chiare idee repubblicane come lo zio e il nonno inquilini della Casa Bianca, è entrata a Princeton, tempio del liberalismo, nonostante la domanda discrizione pervenuta fuori tempo massimo. «Luniversità ha chiuso un occhioscrive Golden . Eppure anche il suo test era considerevolmente inferiore alla norma».
La maglia nera del clientelismo appartiene però alla Brown University. David Zucconi, arbitro delle iscrizioni, avrebbe «aiutato personalmente Vanessa Vadim, figlia di Jane Fonda e Roger Vadim, a saltare tutti gli ostacoli per essere ammessa ». Più tardi la mamma attrice ha inviato un assegno di 750 mila dollari. E lo stesso Zucconi avrebbe corteggiato intensamente, con successo, i figli di ben due Beatles: Dhani Harrison, primogenito di George, e Francesca Gregorini, figliastra di Ringo Starr nata dal matrimonio tra lex ragazza di James Bond, Barbara Bach, e lindustriale italiano Augusto Gregorini. Meno fortuna Zucconi ebbe invece con Sofia Loren. Alla Brown, dove era stato subito ammesso, suo figlio Edoardo Ponti preferì la University of Southern California.
La pratica sarebbe esercitata ex equo da repubblicani e democratici. Il figlio dellex vice presidente Al Gore è entrato ad Harvarde così il primogenito del leader dei repubblicani al Senato Bill Frist a Princeton nonostante i pessimi voti. Mentre un geniale coetaneo «asian american », infinitamente più qualificato, è stato respinto da tutti i migliori atenei «perché figlio di un signor nessuno ». «NellAmerica di oggi gli asiatici sono diventati i nuovi ebrei spiega Golden . I canoni di ammissione per loro sono infinitamente più duri». La speranza di Daniel Golden? Che il suo libro possa resuscitare la proposta di legge di Ted Kennedy: revocare gli sgravi fiscali e i fondi federali alle università colpevoli di queste pratiche.

Corrieredellasera.it del 31 agosto 2006